Nell’immaginario collettivo il rabbino è identificato come guida spirituale delle comunità ebraiche e come ministro di culto. Anche se queste definizioni non sono formalmente sbagliate, si tratta comunque di immagini parziali che non rendono giustizia alla complessità delle funzioni e delle caratteristiche proprie di questa figura. Non possiamo limitarci a considerare il rabbino come analogo ebraico del prete cattolico, del pastore protestante, del pope ortodosso o dell’imam musulmano;
ammesso e non concesso che queste figure siano fra loro omologhe, si tratta di capire in una prospettiva sia storica, sia geografica, quando e dove l’istituzione del rabbino assunse ruoli di guida di una comunità ebraica, e in che modo tale ruolo venisse esercitato, con quali condizionamenti ed entro quali limiti formali. Sarà quindi utile chiarire da subito cosa non è un rabbino: non è un sacerdote (non lo è mai stato nella storia), e non è il capo di una comunità ebraica, nel senso che non svolge alcuna funzione politica secolare, che generalmente è affidata a corpi elettivi. Il volume offre al lettore un percorso di storia istituzionale, con uno sguardo per quanto possibile interdisciplinare che si pone l’obiettivo di chiarire il ruolo svolto dal rabbinato nella lunga storia della civiltà ebraica.

Gadi Luzzatto Voghera, Rabbini, Laterza, Roma-Bari 2011

 

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