Una mostra intitolata “Venezia, gli Ebrei e l’Europa”, organizzata in occasione del cinquecentenario dell’istituzione del Ghetto di Venezia, si propone di descrivere i processi che sono alla base della realizzazione e della nascita del primo “recinto” destinato agli ebrei creato al mondo, ma intende nel contempo allargare il proprio sguardo alle relazioni stabilite con il contesto degli altri quartieri ebraici (e non solo) italiani ed europei. Obiettivo dell’iniziativa è quello di mettere in luce la ricchezza dei rapporti tra ebrei e Venezia, tra ebrei e la società civile nei diversi periodi della lunga storia della loro permanenza in laguna, in area veneta e in area europea e mediterranea. Non solo un lavoro d’indagine sull’area specifica dei tre ghetti, ma anche una riflessione sulle relazioni culturali e linguistiche, sulle abilità artigianali e sui mestieri, che la comunità ebraica ha condiviso con la popolazione cristiana e le altre minoranze presenti in un centro mercantile di straordinaria rilevanza quale fu appunto fu Venezia ai tempi della Serenissima. L’ipotesi di partenza del progetto è infatti che la storia dell’istituzione del Ghetto debba essere studiata nel quadro della più generale gestione da parte della Repubblica Veneta delle minoranze nazionali, etniche e religiose che vivevano nella città capitale di una ‘economia mondo’, come la chiamava lo storico Fernand Braudel. Ma si tratta anche di spiegare come queste relazioni si siano via via allargate a un ambito geografico molto vasto e siano continuate nel tempo adattandosi ai cambiamenti politici sociali e culturali.
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