Storia di famiglia, romanzo di formazione e ritratto di un’epoca. Fenomeno letterario in Francia, dove ha venduto più di 200mila copie nel 2009, “Il Club degli incorreggibili ottimisti” (Salani, 2010), primo romanzo dell’avvocato 60enne Jean-Michel Guenassia, è ambientato negli anni ‘50, nella Francia che appena uscita in rovina dalla seconda guerra mondiale affronta il conflitto algerino.

 

La storia degli “incorreggibili ottimisti” si svolge tutta attorno a un bistrò parigino, il Balto, dove in una fumosa saletta sul retro si riunivano tra interminabili discussioni e partite a scacchi esuli in fuga dai Paesi dell’Est comunista e intellettuali come Sartre e Kessel. E dove il protagonista, la voce narrante Michel, impara a conoscere il mondo e viene iniziato alla vita, in anni tumultuosi. Non solo per la guerra in Algeria, dove andrà a combattere volontario il fratello maggiore del tredicenne protagonista, ma anche perché gli anni ‘50 segnarono l’inizio della società dei consumi e dell’era del benessere, con i primi grandi negozi come quello della turbolenta famiglia di Michel, figlio di un italiano e di una benestante donna francese.

Quello di Guenassia ha il respiro dei grandi romanzi, dove le vicende del protagonista sono il filo rosso che tiene insieme tante storie individuali, per comporre il ritratto appassionante di un’epoca di transizione. Tra i tavolini del Balto non si incrociano solo le vicende di profughi rumeni, ungheresi, russi, intellettuali e professionisti costretti ai mestieri più umili nella nuova patria francese. Da lì passa il respiro della grande storia, con il suo carico di tragedie, dittatura e deportazioni.

I dolori mai dimenticati, gli amori lontani, odi mai sopiti che sfociano in tremende vendette, anche a molti anni e chilometri di distanza. E qui arriva, dopo quasi 400 pagine, il vero protagonista del romanzo: l’esule russo Sasa, impiegato in un laboratorio fotografico e odiato dagli avventori del Balto. Sasa trasmette a Michel la passione per la fotografia e gli insegna splendide poesie che ricorda a memoria e che Michel racconta alla sua ragazza.

 

Sasa è il grande eroe del romanzo: un uomo carico di misteri, la cui redenzione arriverà troppo tardi, in un finale che non lava via le colpe ma lascia spazio al perdono.

Ma “Il Club degli incorreggibili ottimisti” è anche una storia sulla trasmissione della memoria: quella dei volti dei dissidenti, che nei regimi comunisti venivano cancellati dalle foto, o delle poesie proibite, imparate a memoria perché non andassero perdute. Un segno di vita, oltre la censura e la morte, che accomuna tutti gli esuli del Balto, che, incorreggibili ottimisti, ancora sperano di poter cambiare il mondo. Come scrive più volte Guenassia: “Quello che per loro contava nella Terra promessa non era la terra. Era la promessa“.

 

Jean-Michel Guenassia, sessant’anni, avvocato e occasionalmente sceneggiatore televisivo, per dedicarsi completamente a questo romanzo ha abbandonato la professione. Il libro è stato selezionato per il Prix Goncourt, vincitore del Goncourt de Lycéens, finalista al Prix de Libraires e ha ottenuto il primo premio dei lettori, con oltre un milione di voti, della rivista Notre Temps.

 

 

Jean-Michel Guenassia, Il club degli incorreggibili ottimisti,Salani 2010, 18,60 euro, pp. 708

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