Ha del sorprendente l’oblio che ha interessato la figura del Ramhal in Italia.
Dimenticato nella sua veste di giovane e brillante maestro dell’ebraismo padovano, e raramente ricordato fra le glorie della tradizione ebraica dellaPenisola. Eppure, al di là delle Alpi, ormai da secoli quando si scrive di cultura ebraica e si accenna all’Italia, non si manca mai di ricordare la sua figura multiforme, contraddittoria ma comunemente riconosciuta come preminente e di grande interesse. È stata in questo senso quanto mai opportuna l’iniziativa di celebrarne la figura a trecento anni dalla nascita, assunta in contemporanea dall’Associazione Italiana per lo Studio del Giudaismo (AISG) e dalla Comunità ebraica di Padova. Le relazioni presentate in occasione delle tre giornate
di convegno che si sono tenute a Padova e a Ravenna il 2, 3 e 4 settembre 2007
sono ora raccolte nel presente volume e offerte al lettore italiano come parziale
opera di risarcimento per il troppo lungo e ingiustificato silenzio in cui la terra
di origine ha relegato le opere e la riflessione del grande pensatore padovano.
Originariamente progettati in maniera autonoma, i due convegni hanno potuto
essere coordinati come date da parte degli organizzatori qui sottoscritti,
sia per fissare dei giorni contigui evitando una spiacevole sovrapposizione, sia
per permettere a qualche uditore o anche relatore di partecipare ad entrambi
con relazioni diverse. Su proposta di Mauro Perani, si è poi pensato di pubblicarne
gli Atti in uno stesso volume, che qui presentiamo, destinato a diventare
lo studio più approfondito e aggiornato sul cabbalista patavino Ramhal.
La vita di Luzzatto (Padova 1707 ‑ Acco 1746/47), poeta, cabbalista e autore di componimenti morali, è legata alle vicende del circolo di studi mistici che egli guidò in età giovanile a Padova e che lo portò a doversi confrontare con l’accusa di eresia. Com’è noto Luzzatto sostenne di aver udito per la prima volta nel 1727, durante alcune profonde attività di studio, la voce misteriosa di un maggid, un’entità divina rivelatrice di segreti celesti ad esseri umani prescelti, che sarebbe divenuta la principale fonte di sapere che l’avrebbe guidato nel corso degli anni a produrre numerose opere di kabbalah (quasi tutte purtroppo andate perdute), successivamente messe all’indice dalle principali autorità rabbiniche
europee.
Nel 1735, costretto dalla pressione delle continue controversie sulle sue opere mistiche, Luzzatto decise di trasferirsi nella più ospitale Amsterdam, e nel 1743 compì la sua ‘aliyyah in Eretz Israel, la Terra dei padri, con la famiglia. Morì ad Acco a causa di una pestilenza. La sua tomba è ancora oggi meta di
pellegrinaggio.
Le opere e il pensiero di Ramhal divennero un punto di riferimento sicuro da cui i filoni culturali dell’ebraismo moderno e contemporaneo trassero gli elementi che più si avvicinavano alle singole sensibilità e modi di intendere l’ebraismo; a modo suo – e probabilmente suo malgrado – egli fu un precursore di una visione pluralistica del mondo ebraico uscito dalla crisi dell’età moderna.
Gli studi raccolti in questo volume, che presentiamo al lettore, tentano di offrire un panorama quanto più articolato possibile dell’universo dei saperi interessato dall’opera di Luzzatto: da un uso sorprendentemente moderno della lingua ebraica in poesia e prosa ad una grande capacità di destreggiarsi nel difficile strumentario cabbalistico, e ad una indubbia capacità di approfondire temi e strumenti della tradizione ebraica ponendoli in relazione con gli interrogativi filosofici propri dell’Europa tardo-moderna.
Rimane da fare un grande lavoro: in particolare sarà necessario nei prossimi anni procedere alla traduzione italiana delle sue principali opere, in modo da far conoscere e comprendere la rilevanza dell’opera del Luzzatto per la storia della cultura italiana.
Questo volume s’inserisce all’interno di un interesse crescente che si rileva in Italia ormai da un paio di decenni per la storia e la cultura ebraica del nostro Paese. A detta di uno studioso di fama mondiale come Moshe Idel, che ha una conoscenza approfondita della realtà internazionale, e che si trova in stretti rapporti culturali e di collaborazione con l’Italia e gli ambienti di studio italiani dell’ebraismo, non esiste un paese che mostri una vivacità e un rigoglio di attività culturali, di congressi di iniziative e di pubblicazioni nel campo dell’ebraismo come l’Italia. A noi non resta che dire: se questo è vero, non possiamo che esserne molto contenti e trarne spunto per intensificare gli sforzi per mantenere a lungo questo primato.
Gadi Luzzatto Voghera e Mauro Perani
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