Tre donne, la tenera, l’allegra e l’impertinente. Marco Barbarigo è un uomo fortunato: non pago dell’amore della dolce cugina Flaminia Corner, che rifiuta ogni pretendente per concedersi a lui solo, s’intrattiene in giochi sempre più arditi anche con Bianca Mocenigo e con la sua servetta Mariella, degna emula della locandiera Mirandolina per spirito e intraprendenza. Ma le fortune di Marco Barbarigo non finiscono qui: è giovane e prestante e appartiene a una delle famiglie più in vista di una città unica, nel Vecchio mondo, non solo per la sua bellezza ma anche per le indomite istituzioni repubblicane – la Serenissima -, che, altra cosa del tutto straordinaria, sta attraversando un lungo periodo di pace e prosperità.
Ma se Marco abbandonasse per un istante i suoi giochi d’amore scorgerebbe grosse nubi all¿orizzonte della laguna: il bailo, cioè l’ambasciatore, a Istanbul segnala con insistenza che i Turchi stanno “ammassando armi e biscotto”, e l’ombra sempre più lunga della potenza ottomana inizia a inquietare tutte le potenze cristiane del Mediterraneo.
Così, quando Venezia si decide a unirsi alla Lega Santa e ad armare la propria flotta, Marco si rivela troppo ambizioso per dare ascolto all’ammonizione del vecchio Giuseppe Loredan – “le strade che portano al potere sono irte e malfide. Qualche volta è meglio guardare da lontano” -, troppo curioso della vita per rifiutare di imbarcarsi su una delle galee che, sotto il comando di Don Giovanni d’Austria, si disporranno lungo un fronte di quattro miglia al largo della città di Lepanto, e saranno protagoniste di una battaglia terribile e grandiosa. Quella giornata dell’ottobre 1571 è una tappa epocale nella storia del mondo, ma anche nella vita di Marco. Scampato per miracolo alla carneficina, giunto a Istanbul riuscirà a salvarsi solo grazie alle misteriose lettere fitte di caratteri ebraici che a Venezia gli sono state affidate da Ester Conegliano, la vecchia abitante della “casa delle scale matte”, nel cuore del ghetto, che più volte gli ha già dispensato consigli preziosi. Ma la ruota del fato continua a girare, giocando con i piccoli e i grandi destini.
A Venezia, prima che Marco sia riuscito a rientrare, Bianca, Flaminia e Mariella partoriscono ciascuna un figlio e cercano un matrimonio riparatore; una terribile pestilenza decima gli abitanti della città, il Palazzo Ducale brucia mentre nella notte sfolgora una misteriosa cometa, gli ebrei del ghetto sono in pericolo e Giordano Bruno viene consegnato all’Inquisizione romana. Tutto cambia, nel mondo, e forse la sola creatura su cui Marco possa contare è il vecchio e fedele cane Dodo che, novello Argo, non ha mai dubitato del ritorno del suo padrone. Tutto cambia, gli equilibri sono ancora una volta ribaltati, forse i nemici più acerrimi sono i fratelli cristiani e la Repubblica è colpita dall’Interdetto papale. Donne, guerrieri, minacce, nuovi amori: tutto questo agita il mondo senza tregua. Ma per Marco Barbarigo, e per tutti noi, la lezione più grande è racchiusa nelle parole di Joseph Nassi – uomo di mondo come pochi altri, cui la penna appassionata di Calimani dedica qui un memorabile ritratto: “Il potere è un’illusione, una straordinaria illusione. Che avventura!”. Riccardo Calimani, Venezia, Passione e Potere, Mondadori, Milano 2010
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